UMILTA’

Ancora una volta il gruppo A.M.A.2, ha potuto incontrarsi attorno al focolare della comunione per condividere i percorsi che ciascuno affronta nel cammino della vita. I pensieri ed i sentimenti si mescolano tra noi, attraverso un narrarsi reciproco. Il gruppo si è soffermato con particolare attenzione su uno degli aspetti del nostro esistere. L’umiltà, come condizione dell’essere che spesso appare nelle nostre vite e che possiamo vedere e percepire negli altri.
L’umiltà, come la libertà e la gioia è uno stato dell’essere, quindi segue in modo implicito e naturale, l’evoluzione di ciascuno di noi.
Come sappiamo, ogni scambio di gruppo è portatore di energia che solo la presenza condivisa mette in azione, ma ne possono derivare pensieri, riflessioni che possono diventare piccoli doni da offrire allo Spazio.
Iniziamo quindi a scrivere il primo di questi pensieri al quale seguiranno altri.
Gabri

Grazie all’aiuto di una persona cara sto scoprendo di essere permaloso…
Effettivamente ci vuole una persona di cui ci fidiamo e di cui siamo certi della buona fede per credere a quanto ci indica, senza arrabbiarci o appunto offenderci.
Il fatto è che il cammino della vita ci porta solo col tempo a guardarci dentro e a riconoscere che non siamo quello che credevamo di essere. Con l’età ci accogiamo che ci siamo identificati spesso con un “modello” che avevamo scelto a cui ci siamo attaccati disperatamente per una vita.
Ora, se sentiamo l’offesa, riconosciamo che è l’orgoglio che ce la procura…
Se l’umiltà era la nostra meta ci siamo ritrovati anche con l’altra faccia della madaglia, il pensiero di superiorità.
Spesso nascondiamo sotto il nome di umiltà anche la non volontà di impegno, per non rischiare la faccia (pigrizia?).
Dovremmo riuscire a utilizzare noi stessi come laboratori viventi, con il necessario distacco utile a osservare le nostre alchimie e funzionamenti, non spesso gratificanti…
Sto anche sperimentantando gli schemi proposti dall’enneagramma, cercando di riconoscere innanzitutto il tipo di personalità che più mi condiziona.
E’ un metodo che certamente aiuta nell’evoluzione personale e spirituale, indicandoci le “maschere” o “fissazioni” più tipiche dell’essere umano, con la speranza di poterle un giorno comprendere ed integrarle tutte, riconoscendo una parte di sé in ogni tipologia.
Eugenio

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