A proposito di umiltà…

Ecco un altro contributo sul tema dell’umiltà.
Gabri

Dal dizionario: virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma d’orgoglio, di
superbia, di emulazione o sopraffazione.
La parola umiltà deriva dal latino humus, ossia terra fertile. Da questo punto di vista, l’umiltà rappresenta il
terreno più idoneo e fertile per far crescere la conoscenza e acquisire competenze nuove.
L’Insegnamento della teiera e della tazza dice che se vogliamo versare del tè nella tazza occorrerà porre la
tazza al di sotto della teiera altrimenti, fin quando la tazza rimarrà al di sopra di essa, non potremmo mai
riuscirvi. Inoltre tanto più si abbassa la tazza, tanto più il tè che riempirà la tazza sarà squisito.
“Quanto più si è maturi tanto più si abbassa il capo, così come fa la spiga di riso”. In questa massima è
contenuto un avvertimento riguardante l’importanza dell’umiltà.
Acquisendo un certo numero di conoscenze e arricchendosi di una certa qualità interiore, si perviene sempre
di più ad “abbassare la testa” con naturalezza nei confronti degli altri.
Dal “So di non sapere” di Socrate, l’umiltà è l’atteggiamento più efficace per trovare il punto di equilibrio fra
la valorizzazione di se stessi e il riconoscimento dei propri limiti. Senza, difficilmente si cresce e si migliora.

Gianna

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