Lettera aperta al gruppo in tempo di coronavirus

In questo tempo, si stà prendendo coscienza che tutto quello che sta accadendo non è una semplice calamità, sventura, ecc. ma sta sempre più prendendo spazio l’idea che sia anche e sopratutto una opportunità, per aiutarci a riorientarci verso il nostro centro.
Prima tutti iperattivi, pieni di cose da fare e rincorrere, fuori casa, ora se ci facciamo caso, iperattivi sui social, dentro casa.
Molti sono i messaggi che ciascuno di noi sta ricevendo, di varia natura, forse troppi. Una inondazione indifferenziata di troppe cose! Da qui nasce l’esigenza di inoltrare questa lettera aperta al gruppo AMA ed agli amici che di seguito riporto.
Spero tutto bene per te e nella tua comunità… molte sono le info che girano e rischiamo di essere invasi da troppe cose. Per questo noi dobbiamo esercitare quotidianamente il discernimento mettendo a frutto la consapevolezza che gli altri non sono contenitori dove mettere ogni cosa. Il tempo di coronavirus ci sta insegnando a riflettere a prendere le distanze da pulsioni emotive.
Ciascuno di noi ha un suo metabolismo, un suo funzionamento e per questo dovremmo pensare di più al “bisogno dell’altro”. Questo lo possiamo fare attivando il vero ascolto.
Questa iperbulimia di info, è il vecchio sistema di vita che ha contribuito a veicolare anche questo virus, è il vecchio sistema camuffato che non vuole andarsene e si ripresenta producendo ancora caos, troppa velocità, iper-attività celebrale.
Certo non è facile mettersi in questa posizione di attenzione, ascolto e rispetto dell’altro nella sua diversità ma si può fare! Sicuramente ognuno invia cose di interesse comuni, sicuramente lo fa con buone intenzioni ma in rete gira di tutto!
Dobbiamo diventare più responsabili, per proteggerci e proteggere gli altri.
Basterebbe chiederci: “questo che sto mandando può fare bene? Mi ricordo che l’altro è diverso da me? Faccio lo sforzo opportuno per verificate la lealtà e verità di quanto sto comunicando?”.
Stiamo tutti imparando una lezione nuova, inedita, aiutiamoci a vicenda ed il risultato sarà davvero meraviglioso!
Un abbraccio virtuale

 

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4 risposte a Lettera aperta al gruppo in tempo di coronavirus

  1. Marina dice:

    Sono Marina, ciao. Vi seguo saltuariamente dai margini, grazie alla mia amicizia con Gianna e Gabri. In questo tempo che sembra sospeso,
    surreale, mi sto impegnando a fare silenzio dentro di me. Mi prendo un minuto, solo un minuto, lascio quello che sto facendo. Mi concentro sul respiro per guardare con occhi diversi quello che c’è intorno. Le persone, i fiori, le nuvole, il cielo, la mia casa, una foto. Tutto prende un sapore nuovo. Questo è il mio primo impegno verso il cambiamento, perché tutto non passi senza significato.
    Abbraccio il dolore di chi sta pagando il prezzo più alto ed è costretto a farlo in solitudine.

  2. Gianna S. dice:

    rispondo al commento di Flavia con una delle frasi che utilizziamo anche nel nostro gruppo: “SE VUOI CAMBIARE IL MONDO, PRIMA CAMBIA TE STESSO . Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo” . (Mahatma Gandhi).

  3. Sara dice:

    È il momento di fare spazio e pulizia anche in ogni ambito della nostra vita:
    nei nostri pensieri, liberandoci di quelli negativi, abbandonando le zavorre del passato, i giudizi e pregiudizi…;
    nelle nostre relazioni, spesso superficiali e talvolta anche tossiche e dannose…;
    anche nella nostra casa, sivraccarica di cose inutili e ingombranti…
    così come in giardino si fa pulizia tagliando i rami secchi, per permettere che spuntino nuovi, vitali germogli.
    Buona primavera di rinascita a tutti
    Sara

  4. Flavia Piccinelli dice:

    Sono molte le mail e le comunicazioni che sollecitano a riflettere sulla situazione attuale di grandissima difficoltà sia sanitaria sia economica, riflessioni che potrebbero portare ad una diversa visione di società da iniziare a costruire alla fine della emergenza piu’ grave.
    Una società inclusiva, solidale e attenta ai bisogni delle persone, una sanità pubblica universale per tutte e tutti, una sanità pubblica organizzata sul territorio. Un mondo del lavoro, dove la precarietà sia lasciata da parte, le assunzioni vengano fatte in modo rispettoso delle persone con contratti a tempo indeterminato o con tutele reali.
    Ma il cambio di rotta, se mai ci sarà, richiederà molti sacrifici ed io nutro forti dubbi sul fatto che, passata l’emergenza grave, ci sia nel paese una forte inclinazione al cambiamento. Il cambiamento passa dal cambiamento di ognuna, ognuno di noi.In caso contrario non puo’ avvenire.
    Finchè si parla o si legge, siamo bravi tutti, ma quando si passa all’agire tutto cambia. Esprimo qui i miei grossi dubbi anche sulla serietà delle riflessioni personali se non accompagnate da un reale cambiamento del modo di vivere, di avere relazioni, di vedere l’altro, attribuendogli valore come a se’ stessi.
    Gabriella ci sollecita a prendere coscienza … potremmo parlarci con sincerità, senza gentilezze superflue e imparare a non risentirci di cosa dicono gli altri….
    Forse sono stata troppo schietta …. aiutatemi a essere coerente, ci tengo molto…
    un abbraccio

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