La vita, la morte

160124_Infinity-Time1Che cosa è la vita, se non un attimo meraviglioso, dentro il quale racchiudere una briciola di eternità.

Una perla lucente che si inebria di luce.

Quante cose trovo, quando decido di perderle!

Se il mio spazio fosse determinato dal gioco beffardo di una luna, quante cose, coglierei di un giorno e la notte vissuta come una iniziazione alla morte.

Quanti spazi tLa-luna-e-i-suoi-influssi-in-agricolturaroverebbero i miei occhi stupiti in un angolo di cielo.

Quanti sussulti intrepidi i battiti del mio cuore, sulle strade del giorno.

Accettare questa vita che invecchia come le stagioni, sapendone accogliere il magico incanto.

totalchoirresources-comUrlare con i fiori di primavera che stordiscono i sensi.

Cantare una nenia incantata, quando l’autunno abbandona i colori, per donarli al pallido bagliore della neve nell’inverno silente.

La morte cosi assurda e necessaria.

 

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5 risposte a La vita, la morte

  1. Gianna dice:

    La vita e la morte non sono altro che un processo di trasferimento da un luogo ad un altro, con cambiamento di forma. L’anima e il corpo spirituale dell’uomo vivono eternamente.

  2. Lucilla dice:

    Grazie Sandro per queste riflessioni sincere che condivido in parte e solo in parte perchè sono sicura che Dio ci aspetta e ci accoglie, e condivido con te e Corona tutto il resto. Nella mia esperienza di premorte che forse ricordi, ho avuto molta gioia al punto che ci sono rimasta male nel ritrovarmi a terra. Ho capito però e non trovo ancora dopo 2 anni, le parole per spiegarlo, che dovevo tornare per rispetto alla vita che avevo ancora qualcosa da fare in vita e soprattutto che la vita è bella. Sembra contradditorio e in effetti lo è come il fatto che pur non desiderando tornare sono felice di esserci e di amare la vita molto più di prima.
    Anch’io senza pretese. Ciao Lucilla

    • lucilla bua dice:

      Ho ritrovato una mia richiesta d’aiuto alle sorelle e ai fratelli, del novembre 2017 e oggi mi sembra giusto raccontare cosa ho capito.
      Aiuto quando stavo cercando di capire quale strada scegliere tra lasciarmi andare fino al suicidio pur rimanendo nell’accettazione e quella indefinibile di arrivare a rifiutare l’accanimento terapeutico. Dove stava di casa l’accettazione? nell’accettare l’accanimento terapeutico oppure nell’accettare di suicidarmi non prendendo più medicine perché nessuna parte del mio corpo è, o meglio era, in buone condizioni ed era stanco di pillole ?
      Abbandonare Brescia la mia casa gli amici i miei interessi le mie abitudini? o peggiorare e vedermi morire soffocata chiusa in casa come una reclusa ?
      Ho scelto la vita e ho fatto bene.
      Ne sono molto felice e il mio corpo riconoscente ringrazia anche lui perché sta meglio e quando avrò raggiunto la porta che guida al velo della morte saprò di aver rispettato la vita. Ciao Fratelli e Sorelle e se vi è possibile scrivetemi.

  3. Sandro dice:

    ALCUNE RIFLESSIONI SULLA MORTE

    La morte non mi fa paura. La sofferenza sì. Ma non credo di essere l’unico.
    Ho avuto modo di raccontare il mio primo incontro con la morte. È stato quella sera di qualche anno fa in cui mi sono trovato con il gruppo per la prima volta, chi c’era forse se lo ricorda; si parlava del cammino come metafora della vita; me ne stavo tranquillo nel mio angolino e Tullio è venuto a stanarmi. Ho dovuto raccontare qualcosa ed è stata fatta. Avevo 18 anni, un secolo fa, quando mi sono perso con altri sei, legati ad un’unica corda di canapa, in mezzo alla bufera sul Pian di Neve dell’Adamello. Ho capito lucidamente che nessuno di noi si sarebbe salvato. Anzi, avevo già la graduatoria di chi sarebbe morto prima e chi dopo. E mi sembrava tutto normale. C’è andata bene: siamo usciti dal ghiacciaio quasi al buio.
    Questa esperienza è stata determinante per la mia formazione, non solo alpinistica. Credo avere imparato, banalmente, che la morte è solo un episodio della vita.
    Ho imparato anche a non rischiare più. E mi ritengo fortunato di aver fatto questa esperienza che, magari, ad altri non è capitato di fare e potrebbero trovarsi in situazioni di inutile rischio.
    Mi sono trovato ancora in situazioni difficili, anche se non a rischio della vita, con una
    insperata lucidità e sangue freddo, di cui ancora oggi mi meraviglio.
    Perciò la morte non mi fa paura.
    Non credo nemmeno ci sia qualcosa di là e questo non mi preoccupa affatto.
    Vivremo ancora un po’ oltre la morte se avremo seminato amore e qualcuno conserverà la nostra memoria. Poi tutto finirà, come è giusto che sia.
    Mauro Corona (può anche non piacere) ha scritto: ”La vita è un segno di matita, curvo e sottile, che finisce ad un certo punto”. E aggiunge: ”La gomma del tempo ve rrà poi a cancellare quel segno. Di noi non resterà nemmeno il ricordo. È giusto così”.
    Certo, qualcuno può aspirare all’immortalità. Mozart non è mai morto, finché ci sarà qualcuno che esegue e ascolta la sua musica. Noi, nel nostro piccolo, possiamo provare a lasciare qualcosa, ma la nostra vita è una sola ed è questa. In una ipotetica vita futura (per chi ci crede) non saremmo più noi ma qualcun altro. Sandro

  4. Carla dice:

    “Ho cercato di fare un po’ compagnia a Maria, ogni tanto, per romperle la monotonia dei pomeriggi.
    Non sono riuscita ad andare in profondità sulle emozioni e sentimenti che la attraversavano. Ci saremo viste forse cinque o sei volte durante il breve periodo della sua malattia.. Non importa. Stavamo in casa o uscivamo a fare due passi; un paio di volte a passeggiare a Campo Marte, gustavamo il verde e l aria aperta, osservavamo il via vai. L ultima volta ci eravamo ritrovate a cantare vecchi motivetti con due signore ultranovantenni, sedute accanto a noi sulla panchina. Ci eravamo divertite e rassicurate dall’ esempio delle due arzille signore. Si parlava degli avvenimenti politici e sociali. Io le raccontavo del mio sogno di un “abitare collettivo” che potrebbe ammorbidire i disagi dell età e della solitudine. Ma discorsi di ciò che ci si può attendere nel caso di malattia come il suo, li abbiamo solo sfiorati. Io sentivo che lei era molto pragmatica: si nasce e si muore, prima o poi diceva.. L importante è non fare troppo rumore, tra una fase e l altra. Sempre discrete, entrambe, forse abbiamo voluto riservarci qualche argomento per il nostro prossimo incontro. Carla

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