La nuova paternità

 

                                   I  NUOVI  PADRI  E  LA CRISI  DEL  MASCHIO

padreIl 70% dei padri italiani ritiene molto apprezzabile il fatto che oggi esista il congedo di paternità obbligatorio. Tuttavia solo il 21 % ne ha usufruito. Gli esperti ci dicono che avere un padre presente in famiglia, durante i primi tre anni del bambino, comporta un minor numero di problemi comportamentali e una migliore crescita del bimbo tra i 4 e 6 anni.

Ciò deriverebbe dal ruolo diverso e complementare che padri e  madri hanno nell’educazione dei bambini:” il padre pone dei limiti e impone dei “no”utili alla crescita”, dice Claudio Risè , psicoterapeuta e autore di diversi saggi sul tema.” Anche la madre può dire dei “no”ma soprattutto nei primi anni di vita del piccolo il suo compito è quello di dire dei “sì”accogliendo il piccolo e rispondendo ai suoi bisogni”Secondo queste teorie il ruolo del padre deriverebbe dalla naturale vocazione dei maschi ad imporre regole, forti della loro autorevolezza.

L’importante che ai “no”paterni corrisponda una spiegazione: pare che i figli che ricevono una motivazione ragionevole di ogni divieto o rifiuto da parte del papà siano meno a rischio di episodi depressivi nel corso degli anni. Tuttavia da decenni in Occidente i bambini vengono cresciuti da madri iperprotettive, mentre il ruolo paterno è relegato in secondo piano.”

mamma figlioLa nostra è una società femminilizzata” aggiunge Risè “in cui non si insegna più ai piccoli a rendersi autonomi dall’accudimento della figura materna”. Tuttavia anche quando il padre è fisicamente  presente i cambiamenti culturali delle società occidentali negli ultimi quarant’anni , ne hanno modificato il ruolo. Dal Sessantotto in poi il mondo della paternità è stato travolto dalla messa in discussione dell’autorità. Da allora ha cominciato a ricostruirsi una identità, dopo il sessantotto sono state generazioni di padri pionieri che si porteranno dietro ancora per molto questa indeterminatezza.

Abbandonata una visione di virilità negativa, quella de padre-padrone che alza le mani o quella del marito maschilista e misogino, i padri italiani si sono rifugiati in una morbidezza eccessiva, annullando la loro stessa specificità. Dalla figura superata del padre autoritario del passato dovremmo recuperare il senso di responsabilità che nutriva per il coniuge e i figli. Tuttavia, secondo molti altri autori, l’emancipazione dei figli non dipende necessariamente dalla figura genitoriale maschile, ma da quella percepita come più autorevole.

gandhiL’importante quindi è che almeno uno dei genitori si mostri forte e autorevole: crescere in una famiglia con un padre presente aiuta, ma non è mai stato dimostrato che la sua assenza sia sempre causa di problemi di sviluppo.” Non si è mai riusciti a dimostrare scientificamente che la figura del padre sia assolutamente imprescindibile per uno sviluppo armonico della personalità”dice Ruggero. Cosa allora assicura uno sviluppo sano della psiche dei più piccoli? ”L’amore incondizionato di almeno una figura di riferimento maschile o femminile” 

Enio

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Una risposta a La nuova paternità

  1. Ennio T. dice:

    In un nostro incontro con il gruppo Ama2 Affettività è uscita una problematica relativa al ruolo dei nuovi padri e del maschio nella nostra società. La cosa mi ha particolarmente colpito ed ho cercato di documentarmi ed di informarmi ed di attingere alla mia esperienza di vita, così ho scritto questo breve commento. Ciao Enio

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