La decima fatica di Ercole

Cari tutti, insieme affrontiamo ora la decima fatica. Siamo ormai consapevoli del significato del percorso fatto sino ad ora.
ercole2Abbiamo compreso che le esperienze della vita se ben assimilate ci donano saggezza e chiara visione. Il maestro aiuta Ercole ad aprire l’occhio della visione.
La missione in questa prova richiede la liberazione di Prometeo, incatenato da tempi remoti per aver rubato il fuoco agli Dei. Per poter realizzare questo servizio, il figlio dell’uomo che è anche figlio di Dio, deve affrontare la discesa agli inferi. Attraversa il fiume con Caronte, incontra Medusa, dai capelli di serpente, che rappresentano le molteplici illusioni che l’uomo deve saper superare. Affronta Cerbero, il terribile cane dalle tre teste, anch’esse con i serpenti. Riesce a sconfiggerlo, afferrandolo per la gola centrale.
Le tre teste simboleggiano: una, il mondo delle sensazioni, degli istinti. Quella centrale, è la dimensione astrale, fatta dai nostri desideri bassi, illusioni, paure, ignoranze, attaccamenti. Questa è quella più potente nell’attuale stato evolutivo dell’umanità. Tavola-sinottica-Corpi-webLa terza testa simboleggia la costante menzogna chiamata delle cosiddette buone intenzioni. Vincere e sottomettere la testa centrale, significa superare gli aspetti della personalità che ci tengono ancorati alla materia ed al ciclo del samsara.
Il mondo astrale, con le nebbie delle illusioni, viene così asservito ad una entità superiore, la personalità integrata, che a sua volta può rispondere alla volontà del Sé (analogia della carrozza).carrozza
I maestri di tutti i tempi, religioni, filosofie, condannano aspramente l’ignavia, la pigrizia, la paura di osare, di perdere di rischiare, il risparmiarsi a tutti i costi che nel mito viene descritto con la testa delle buone intenzioni. Viene detto che l’inferno è lastricato dalle buone intenzioni, mai realizzate. Nel Vangelo la parabola dei talenti è molto esaustiva nel spiegare questa condizione.
Ercole, vinta la bestia, riesce a liberare Prometeo, che rappresenta l’umanità ancora ancorata, incatenata alla materia, soggetta al karma, alla sofferenza come condizione indispensabile alla propria emancipazione e liberazione. Questa fatica ci insegna che per poter procedere verso una coscienza collettiva, dobbiamo liberare noi stessi. Scendere nel proprio inferno dell’inconscio, scendere nella propria intimità, per liberarsi dai condizionamenti, dal passato, lavorando con sobrietà per riconoscere le innumerevole maschere, limiti. hqdefaultSappiamo da tempo che “la mente, mente” se non ancora integrata. Procediamo dunque, con fiducia, aiutandoci l’un l’altro a diventare consapevoli di noi stessi.
Le dodici fatiche ci insegnano che prima di perseguire lo stato di “impersonalità”, bisogna cercare di realizzare la personalità integrata, corpo, cuore e mente. Solo dopo aver conseguito “l’io sono”, possiamo procedere verso un Servizio più ampio.
Ricordiamo quanto sia importante l’individuazione, per poter creare una sana relazione. 1+1 = 3 (analogia della coppia). L’impersonalità non significa rinchiudersi in se stessi, ma realizzare l’amore incondizionato, esteso a tutto ed a tutti. Più precisamente, è una espansione dell’amore personale che normalmente sentiamo verso qualcuno, verso il partner, la famiglia, gli amici, un gruppo.
Il gruppo dell’affettività, sta lavorando da tempo su queste tematiche. L’amore, imparare ad amare veramente, diventa da sempre la nostra vera “formazione permanente”. Sappiamo quanto sia difficile amare, anche in contesti relativamente facili, ognuno ama secondo il proprio livello evolutivo. Essere Amore, interpretarlo con tutte le sue declinazioni, è uno degli scopi essenziali dell’esistenza.
Nonostante, siamo consapevoli dei limiti e delle difficoltà, è importante avere la visione, il percorso possibile verso l’amore più inclusivo, transpersonale.
L’amore che proviamo per i nostri cari si riorienta e si trasforma in una stessa attitudine verso l’intera umanità, con chiara visione. La strada è lunga, ma già possiamo vederne la luce. Siamo consapevoli che le persone ci possono deludere, anche noi stessi, con le nostre colpe ed i nostri limiti, ma non per questo non cessiamo di amarle. Non è possibile realizzare l’amore impersonale, inclusivo, se non ci esercitiamo continuamente, nel nostro mondo delle relazioni. Possiamo avere chiaro l’obiettivo, il percorso da seguire, con perseveranza e coraggio.
bioSpesso ripetiamo tra noi che l’evoluzione non necessita di un popolo, né di santi né di perfetti, ma di consapevoli. Ecco l’importanza bene espressa nella precedente fatica, cioè, l’esercitazione quotidiana, per porre attenzione ai nostri pensieri, parole, opere ed appunto, omissioni. Come sempre occorre vigilanza, presenza a sé stessi. Dobbiamo fare attenzione alle nostre abitudini, ai nostri automatismi.
Solo attraverso un atto di volontà ben orientata, riusciamo a rompere gli schematismi inconsci e vedere la realtà per quella che è.
Ercole ha imparato, tutte le precedenti lezioni, ha scalato la montagna di capricorno.capricorno dip
Ha superato il suo motto involutivo che dice: “che l’ambizione governi e la porta sia spalancata”. Ercole è trasfigurato, quindi libero dalle attrazioni della forma, può scegliere di diventare un Servitore dell’umanità. Può finalmente compiere fatiche, passi evolutivi che non hanno più alcuna relazione con sé stesso, perché ora la sua coscienza è focalizzata con l’anima, il suo Sé, nell’universale. Il figlio dell’uomo che è anche figlio di Dio, ora può attraversare il motto evolutivo di capricorno che dice: “Mi perdo nella luce superna e le volto le spalle”. Questo esprime il conseguimento che tutti i salvatori del mondo hanno interpretato. Pur realizzando pienamente sé stessi, fanno ritorno a valle, adombrati dalla luce, per illuminare gli uomini.
Il testo ci dice che il cristianesimo, come tutte le altre religioni donate all’umanità, non sono fallite, devono essere ancora e ancora interpretate, vissute, aggiornate.
I maestri ci indicano le strade, a noi il compito di percorrerle, viverle, ognuno coi propri talenti, le proprie storie, il proprio colore, i propri modi e tempi.
CATI_act_servsocSappiamo che lavorare in gruppo, a cuori riuniti, facilita il cammino, ognuno di noi è allievo e maestro sempre e ovunque.
Gabri

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