La coscienza

Lavorando sul nostro argomento principale, eros/thanatos, emerge spesso il termine “coscienza”. Parola questa abusata nelle varie discipline correnti. Abbiamo deciso quindi in gruppo di mettere in comune i nostri punti vista, i nostri saperi, le nostre esperienze, che in qualche modo prevedono l’intervento della nostra coscienza.
A seguito, perciò, riportiamo i pensieri di una di noi.
Gabri

“Proprio adesso, nella vostra testa, viene proiettato un film, è un fantastico film in 3D ed è tutto quello che state ascoltando e vedendo. Il vostro film ha anche odore, gusto e tatto; crea emozioni positive o negative o entrambe; ha associazioni di pensieri che innescano ricordi; ha anche una voce narrante, fuori campo, nel flusso dei vostri pensieri. Al centro di questo film ci siete voi che provate tutto questo, direttamente. Questo film è il vostro flusso di coscienza, che vi interroga riguardo la vostra esperienza nel mondo” …. “La coscienza è uno dei fatti fondamentali dell’esistenza dell’uomo e riguarda ognuno di noi; tutti abbiamo il nostro film interiore ma nessuno di noi è in grado di dire veramente se quella al di fuori di se stesso sia la realtà oggettiva”. (David Chalmers – filosofo australiano contemporaneo).
Sappiamo anche che la nostra mente… mente, proprio in quanto deviata dalla nostra personale elaborazione delle informazioni che abbiamo raccolto nel nostro vissuto presente e passato.
Il termine coscienza viene dal latino conscienzia – derivato dal verbo conscire – essere conscio, cioè la consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto.
La coscienza è quel qualcosa che rende la vita degna di essere vissuta; se non fossimo coscienti, lucidi verso noi stessi e tutto ciò che ci sta attorno, niente avrebbe valore nel nostro vissuto personale; penso a coloro che sono incoscienti per motivi di grave malattia, la cui presenza potrebbe avere importanza per chi gli è accanto e li ama a tal punto da volerli vicini ad ogni costo ma, mi chiedo se lo sia per loro in quanto individui.
“Perché non siamo semplicemente automi in grado di assorbire ed espellere i dati di quanto accade senza la nostra partecipazione agli avvenimenti? Precisiamo che la coscienza non è ancora stata valutata con i criteri della scienza, in senso stretto; la scienza valuta dati oggettivi mentre la coscienza è soggettiva”. Ripetiamocelo: la nostra mente… mente.
“Neuro scienziati stanno studiando da anni da dove provenga la coscienza ma, per ora, hanno potuto solo capire la relazione tra certi stati della coscienza e aree del cervello. Cioè, ora sappiamo quali aree del cervello si attivano in determinate situazioni di stato cosciente ma non sappiamo perché lo fanno.” (David Chalmers)
Qualche studioso dice che non ci sia altro da cercare; tutto è nelle mani del cervello: ovunque ci sia un processo informativo c’è coscienza. Gli esseri umani sono i soli a poter raccogliere un’infinita quantità di dati differenti tra loro ed a metterli in relazione tra loro.
Allora si può dire che più informazioni elaboriamo e maggiore è lo stato di coscienza?
Io ho seri dubbi in proposito; purtroppo la storia ci ha mostrato tanti esempi di individui dotati cerebralmente ma totalmente privi di empatia e quindi, secondo me, di coscienza intesa come uno stato di comprensione e rispetto verso i nostri simili (es.: scienziati al servizio di dittatori e criminali). Per contro, persone molto semplici e umili, con scarse informazioni scientifiche o di altro genere, hanno dimostrato elevati stadi di coscienza con risultati impressionanti sulla Società (es.: benefattori, mistici, santi).
Inoltre, come la mettiamo con certi comportamenti animali che dimostrano l’esistenza di una specie di intelligenza messa in atto e quindi una forma di coscienza? Pensiamo alle scimmie, alle balene, ai pinguini. Ma se scendiamo al livello dei vermi? Dei microbi? Cosa li spinge a comportarsi in determinati modi, da sempre! Si può pensare ad una Coscienza Universale che ha dato ad ogni essere, sottolineo ogni essere, un suo ruolo ben preciso nella catena della vita sulla terra e in tutte le galassie? Chi ne è più dotato le resta fedele, chi ne possiede meno esce dal percorso, dal cammino che gli compete. E’ purtroppo l’essere umano quello che si è perso, sovente, in questo cammino tracciato. Come sempre è l’essere umano ad intralciare, spesso per puri interessi personali ed economici, il regolare andamento degli altri esseri che vivono sulla Terra, turbando l’armonia universale con conseguenze molto gravi.
La mia conclusione è che ciò che chiamiamo comunemente coscienza è tutto ciò che si è  stratificato negli anni in conseguenza dei contatti che abbiamo avuto nella nostra vita, arricchendola o impoverendola: l’esperienza umana, partendo dalla nostra infanzia, dalle persone che ci erano vicine, dai nostri studi, dalle nostre passioni, dagli interessi e dagli incontri con persone che ci hanno  permesso di conoscere le coscienze di altri e di farne tesoro o di rifiutarle, permettendo di crearci una nostra personale visione di ciò che ci circonda; la personale scoperta di cosa può generare la vita umana basata sull’amore disinteressato e incondizionato. Solo il tempo ci potrà dire se siamo rimasti nel percorso umano fecondo di crescita o se avremo perso occasioni di apprendimento, ma la vita è un grande spettacolo che concede rare occasioni di prova; solitamente si va in scena in quel preciso momento.
Mi è piaciuta molto questa frase di Woody Allen: “Quando credi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia le domande”.
Carla

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