Abbiamo appena concluso il nostro incontro skype, una grande soddisfazione per chi come noi non può ritenersi un esperto informatico! Aggiungo che data la situazione tecnica siamo anche riusciti a partecipare in modo ritmico ed ordinato. Quanta armonia un gruppo può esprimere!
Abbiamo parlato di gratitudine, e gratitudine sia anche per questo nostro incontro.
Inoltro di seguito uno scritto di Sandro, inizialmente indirizzato a me, ma con l’accordo di condividerlo a tutti. Questo perchè molto in tema con quanto ci siamo detti.
Buona vita e buon Servizio a tutte/i.
Cara Gabri
Accolgo volentieri la tua sollecitazione.
Penso che l’esperienza del ritrovarsi in gruppo ogni mese vada senz’altro proseguita, sperimentando anche, in questo momento di isolamento forzato, i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione.
Ne consegue anche un sensato utilizzo di whatsApp, mezzo sicuramente comodo e utile, ma micidiale se usato con eccessiva leggerezza. Sono lieto di esserne immune, almeno per ora, ma non faccio testo. Conosco però casi di lunghe e apparentemente consolidate amicizie troncate a causa dell’uso sconsiderato del mezzo.
Ribadisco il valore della vicinanza e della condivisione negli incontri consueti. Anche il semplice ascolto dei vari punti di vista è sempre un arricchimento.
Soprattutto ora che questa situazione assolutamente nuova costringe tutti, nessuno escluso, a cambiare radicalmente i ritmi di vita quotidiani, può essere un aiuto a superare l’incertezza, lo spaesamento, anche la paura magari. E l’isolamento e la solitudine.
E veniamo alla mia recente e ormai lunga esperienza, mio malgrado, di isolamento forzato.
A parte i due mesi in ospedale, esperienza abbastanza devastante, senza la quale però non sarei qui a raccontarla; e mi ritengo anche fortunato perché in più di 70 anni ho sempre goduto di buona salute.
A parte quello, l’isolamento era solo materiale, nel senso che non potevo muovermi, ma non sono mai stato solo, grazie alle numerose persone con le quali sono in rapporti e anche ai telefoni, le mail ecc.
Ora potrei muovermi di più, ma questa nuova situazione impedisce a tutti i contatti diretti. Ma, per quanto mi riguarda, non cambia nulla.
Vivere l’isolamento in un contesto famigliare è diverso che viverlo in solitudine.
Vivo solo da molti anni, ma non ho mai, dico mai, sofferto di solitudine. Un po’ per aver coltivato vari interessi e praticato attività, soprattutto nel campo del volontariato, da sempre e già molto prima della pensione. Con questo mi sono creato una vasta rete di conoscenze, di rapporti di stima reciproca, anche qualche vera amicizia.
Ed ho anche imparato a stare bene con me stesso. A inventarmi nuove risorse per risolvere problemi e a mettere in campo tutti gli accorgimenti per avere meno problemi possibile.
Di certo la mia ormai lunghissima frequentazione della montagna mi ha molto aiutato. Ho sempre sconsigliato a tutti di andare in giro soli in montagna, però io ci vado da molti anni senza problemi, molti luoghi sconosciuti li ho scoperti da solo. E dopo quella primissima volta, quasi 60 anni fa, non ho mai più rischiato e sono ancora tutto intero. Per contro, mi è sempre piaciuto e non ho mai disdegnato di comunicare agli altri le mie esperienze.
In conclusione: un po’ ci avrò messo anche del mio, ma continuo a ripetermi che sono un uomo fortunato. E’ anche quello che cerchiamo sempre di imparare: si chiama “Gratitudine”.
Un abbraccio virtuale, in attesa di un tempo migliore.
Sandro