il Buono il Bello il Vero nella Costituzione Italiana – 2

Senza titolo             LABORATORIO SCUOLA ELEMENTARE RIOMAGGIORE

 

Rappresentare il Buono il Bello il Vero nella Costituzione Italiana ad alunni di una quinta elementare potrebbe sembrare temerario , invece la plasticità dell’età e l’entusiasmo della proposta hanno dato un ottimo risultato educativo,  che si è evidenziato nella rappresentazione dei contenuti elaborati dagli alunni e dalla regia delle insegnanti  che ne hanno  rispettato la libera interpretazione e la scelta da trasmettere. Tutto questo perché  la  collaborazione e l’ impegno  – il Buono- sono stati supportati dalla passione per la conoscenza  -il Bello- che ha trasformato i contenuti appresi  in proposte -il Vero-.

Il tema complesso della Costituzione Italiana è stato esaminato attraverso la simbologia e gli aspetti valoriali adeguati alla conoscenza percettiva dell’ambiente quotidiano . Il laboratorio si è attenuto ai programmi  ministeriali e gli articoli approfonditi sono stati solo il numero 1 – 3 ed 11, ma nonostante il numero esiguo ed il tempo ridotto i risultati della comprensione sono stati degni di una padronanza conoscitiva  di ampio percorso .

indexLa simbologia è stata uno strumento efficace ed immediato per ragazzi di età così giovane, ed il simbolo della nostra Costituzione si è prestato a letture interdisciplinari legate alle acquisizioni filosofiche matematiche e psicologiche di ciò che veniva analizzato. La stella a cinque punte, simbolo dell’Italia, ha appassionato la ricerca matematica e geometrica che è servita a supportare il significato psicologico della scelta .Senza titolo1

“ La stella è luminosa, ha sempre dentro un altro pentagono e quindi un’altra stella più piccola e poi ritorna a testa in giùe poi di nuovo  a testa in su” spiegavano i ragazzi che in semplici parole hanno descritto l’infinito, la riproduzione e  l’alternanza dei cicli, oltre naturalmente al significato della luce che è intelligenza. La ruota dentata su cui posa la stella è stata subito identificata con il lavoro, ma anche con l’ingranaggio che è il modo di operare in concordanza e con ritmo. La comunicazione analogica è stata l’altro efficace strumento utilizzato  per  comprendere contenuti non sempre facili da analizzare e per trasformare con canali empatici  l’ intelligenza in creatività.

Abbiamo poi utilizzato l’idea di un progetto del Senato della Repubblica che ha inserito i primi dodici articoli in un dodecaedro, lo abbiamo costruito ed il solido platonico ci ha stimolati a riflettere sul  rapporto inscindibile tra filosofia, matematica, educazione e politica.

“Nelle  scuole di filosofia si imparava ad ascoltare, si stava zitti per tre anni! Io non ce la farei!” ed è stato bello invece verificare con i ragazzi  come il limite personale considerato sia invece superabile.

Nel laboratorio si è parlato di femminile, dalla grande Ipazia alle Suffragette che lottavano per il diritto al voto fino ad arrivare alla scelta della Repubblica nel 1946 determinata anche primo voto delle donne.Abbiamo osservato i valori presenti negli articoli analizzati: la dignità, la libertà e l’uguaglianza come diritti fondamentali delle persone, ma anche l’equità come dovere verso le differenze.

Senza titolo2E poi i giochi per comprendere meglio quello che si stava affermando. Il gioco delle sette parole,  espresse da ciascuno ma come risultante finale scelte tra le tante dal gruppo. “ Abbiamo scelto sette parole senza che nessuno si  offendesse!”,  una piccola manifestazione di come il potere decisionale si possa applicare con l’ascolto e la cooperazione e creare un clima condiviso invece che competitivo. E poi il gioco del coraggio in cui si capiva bene che l’adesione dell’altro al proprio pensiero si  otteneva con  l’espressione della genericità, ma il coraggio era appunto riuscire ad esprimere e sostenere  le proprie convinzioni anche se non supportate da altri.

Ed in seguito dai nostri valori passati al futuro, la ricerca della pace  e dell’armonia attraverso le lotte di giovanissimi e la musica come elemento unificatore in tutto il mondo.

Osservare ragazze coraggiose come Malala, Premio Nobel per la pace a soli 17 anni “con un quaderno ed una penna siamo più forti “, e come Greta che a soli 11 anni ha iniziato la sua protesta per un mondo pulito ed un futuro migliore ha spinto tutti i partecipanti a sentirsi utili importanti e pieni di potenzialità. Uno dei complimenti più belli dopo la presentazione pubblica è stato “si vedeva che i bambini si esprimevano sinceramente,non erano indottrinati” e se nel laboratorio è stato affermato il principio della libertà allora abbiamo individuato Il Vero  che si trova nella nostra Costituzione, esprimersi liberamente  ed avere il diritto di essere felici osservando i doveri che sono propri di un sistema ancora più elevato che ci comprende tutti  : il BENE COMUNE.

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